costantino
ALLA SCOPERTA DI MILANO
DOMENICA 24 FEBBRAIO 2013
Scarica la locandina
MOSTRA “COSTANTINO 313 d.C.” A PALAZZO REALE
E SCAVI ARCHEOLOGICI DEL DUOMO
Rientro previsto per le ore 13.30 circa
CONFERMA PARTECIPAZIONE CON SALDO ENTRO SABATO 9 FEBBRAIO 2013
Le visite guidate
La MOSTRA A PALAZZO REALE celebra il diciassettesimo centenario dell´emanazione a Milano nel 313 d.C., da parte dei due Augusti Costantino e Licinio, delle disposizioni note come l´editto di Milano o Editto di Costantino o ancora Editto di Tolleranza.
“Noi, dunque Costantino Augusto e Licinio Augusto
abbiamo risolto di accordare ai Cristiani e a tutti gli altri
la libertà di seguire la religione che ciascuno crede, affinchè la divinità
che sta in cielo, qualunque essa sia, a noi e a tutti i nostri sudditi dia pace e prosperità”.
La mostra vuole richiamare l´importanza della città di Milano nel IV secolo al centro del processo di unificazione dell´Europa e il livello culturale e artistico raggiunto dall´Impero all´età di Costantino.
Il percorso espositivo si articola in sei sezioni che raccolgono un repertorio di oltre 200 preziosi oggetti d´archeologia e d´arte, con prestiti eccezionali anche dall´estero. Una documentazione che per la prima volta illustra i risultati inediti delle recenti campagne di scavo e studio che hanno completato la ricostruzione urbanistica della Milano imperiale.
Per approfondimenti:
“Il Duomo, simbolo per eccellenza di Milano, è la prima cosa che cerchi quando ti alzi al mattino e l´ultima su cui lo sguardo si posa la sera. Si dice che il Duomo di Milano venga solo dopo San Pietro in Vaticano. Non riesco a capire come possa essere secondo a qualsiasi altra opera eseguita dalla mano dell’uomo” (Mark Twain)
Il Duomo sorge sui resti dell´antica cattedrale di Santa Maria Maggiore, cattedrale invernale, e della basilica di Santa Tecla, cattedrale estiva. Dopo il crollo del campanile, nel 1386, l´arcivescovo Antonio de´ Saluzzi, sostenuto dalla popolazione, promosse la ricostruzione di una nuova e più grande cattedrale. L´anno successivo Gian Galeazzo Visconti, assunse il controllo dei lavori, imponendo un progetto più ambizioso. Il materiale scelto per la nuova costruzione divenne allora il marmo di Candoglia e le forme architettoniche quelle del tardo gotico di ispirazione renano-boema. Il desiderio era infatti di dare alla città un grandioso edificio al passo con le più aggiornate tendenze europee.
Lo stile del Duomo, essendo frutto di lavori secolari (venne completato solo nel 1813), non risponde a un preciso movimento, ma segue piuttosto un’idea di “gotico” via via reinterpretata.
Presenta una pianta a croce latina, con piedicroce a cinque navate e transetto a tre, con un profondo presbiterio circondato da deambulatorio con abside poligonale. All´incrocio dei bracci si alza, come di consueto, il tiburio. L´insieme ha un notevole slancio verticale, caratteristica più transalpina che italiana, ma questo viene in parte attenuato dalla dilatazione in orizzontale dello spazio e dalla scarsa differenza di altezza tra le navate, tipico del gotico lombardo. La copertura a terrazze (in marmo) è un unicum nell’architettura gotica, ed è sorretta da un doppio ordine incrociato di volte minori. In corrispondenza dei pilastri si leva una “foresta” di pinnacoli, collegati tra di loro da archi rampanti.
Nel 1886 la “Grande Fabbrica” indisse un concorso internazionale per una facciata in stile gotico per il Duomo e nell´ottobre del 1888 la giuria scelse Giuseppe Brentano come vincitore, un giovane allievo di Boito.
Sospeso sopra l´altare maggiore, attaccato alla chiave di volta, si trova la reliquia più preziosa del Duomo, il chiodo della Vera Croce (Sacro Chiodo), che secondo la tradizione era stato rinvenuto da sant´Elena (madre dell´Imperatore Costantino) e usato come morso del cavallo di Costantino I.
Le prime campagne di scavo furono effettuate tra il 1961 e il 1962 e più recentemente nel 1996. Queste ultime hanno permesso di collocare temporalmente in modo abbastanza preciso il complesso ipogeo, che si colloca al IV secolo d.C. Prima di tale data, si avanza l´ipotesi che in quest´area si trovasse un Tempio pagano dedicato a Minerva.
Da una stretta scala nella facciata interna si può accedere al sotterraneo dove si trova il piano del calpestio del IV secolo, a circa quattro metri sotto il livello attuale della piazza. Qui si trovano i resti del battistero di San Giovanni alle Fonti, edificato dal 378 e compiuto entro il 397, dentro il quale sant´Ambrogio battezzò il futuro sant´Agostino. Al centro si trova ancora il fonte ottagonale, il più antico che sia documentato, che però è in gran parte spogliato della decorazione marmorea originale.
Altri resti sono pertinenti alle absidi della basilica di Santa Tecla, cattedrale estiva anteriore alla metà del IV secolo, demolita nel 1461-1462.